Poderi Ente Maremma: storia e tipologie
- Agenzia Maremma Amara
- 22 gen
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 giorni fa
La riforma agraria in Toscana è stata una delle principali trasformazioni socio-economiche del secondo dopoguerra in Italia, attuata attraverso una serie di interventi legislativi nazionali per redistribuire la terra e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali. La riforma ha trasformato il territorio rurale maremmano, lasciandoci in eredità un grande numero di poderi accomunati da caratteristiche architettoniche comuni.

Contesto storico
Fino agli anni '50, gran parte delle campagne italiane, inclusa la Toscana, era caratterizzata da un sistema agricolo arcaico. Le terre erano spesso concentrate nelle mani di pochi grandi proprietari terrieri, mentre i contadini vivevano in condizioni di estrema povertà, lavorando come mezzadri o braccianti, senza alcun diritto sulla terra che coltivavano. La mezzadria, un contratto di tipo medievale, prevedeva che i contadini lavorassero la terra dividendo il raccolto a metà con il proprietario. Questo sistema, molto diffuso in Toscana, limitava l'indipendenza economica e sociale delle famiglie contadine.
La riforma agraria (1950-1960)
Nel 1950, il governo italiano, guidato da Alcide De Gasperi, approvò una legge nazionale di riforma agraria (Legge Stralcio, n. 841/1950) con l'obiettivo di ridurre il latifondismo e favorire la redistribuzione della terra. Questa riforma fu implementata attraverso interventi mirati in diverse regioni, tra cui la Toscana, dove il sistema mezzadrile era particolarmente diffuso. Gli obiettivi principali erano:
Espropriare i grandi latifondi: Le terre incolte o insufficientemente coltivate furono espropriate dallo Stato per essere redistribuite ai contadini.
Distribuire la terra ai contadini: I piccoli appezzamenti furono assegnati a famiglie contadine per incentivare una gestione diretta e produttiva.
Modernizzare l'agricoltura: Furono introdotti incentivi e infrastrutture per migliorare la produttivit\u00e0 agricola, come canali di irrigazione, strade rurali e macchinari.
Migliorare le condizioni di vita: Si costruirono abitazioni rurali e servizi per le comunità locali.

Impatto della riforma in Maremma: i poderi
In Toscana, la riforma agraria segnò la fine graduale del sistema mezzadrile e rappresentò una svolta epocale per molte famiglie contadine. I principali interventi riguardarono soprattutto le aree più marginali, come la Maremma, dove l'economia agricola era rimasta arretrata. A partire dal 1951 l'Ente per la colonizzazione della maremma Tosco-Laziale e del Territorio del Fucino (per semplicità Ente Maremma) assegnò ai contadini appezzamenti di terreno di circa sui quali veniva anche realizzata una casa colonica.
Ciascun nuovo podere apparteneva quindi ad una delle tipologie prestabilite, da cui dipendevano forma, dimensione e caratteristiche. Solitamente a ciascuna tipologia corrispondeva una determinata area, motivo per cui alcune prendono il nome di località.
Ecco l'elenco delle tipologie individuate, alcune delle quali sostituirono progressivamente le precedenti:
Tipo "Bellosguardo o Sacra"
Tipo "Barbaresco"
Tipo "Montetosto"
Tipo "Moscone"
Tipo "S. Agostino"
Tipo "Strillaie"
Tipo "S. Giovanni 1"
Tipo "S. Giovanni 2"
Tipo "C"
Tipo "E"
Tipo "Sud Aurelia" binata o trinata
Tipo “Rispescia”
Tipo “Sabatina”
Tipo “S. Fernando”
Tipo “Speranza 2”
Tipo “Speranza 3”
Tipo “Bottaccia ad un piano”
Tipo “Maremma”
Tipo “Sabrata”
Tipo “Marsiliana”
Tipo “Volterra”
Tipo “Bottaccia a due piani”
Tipo “Marina modificata”
Tipo “Marsiliana modificata”
Tipo “Grosseto"
A ciascuna tipologia potevano poi essere associati annessi, come pozzi, forni, procilaie, cisterne o stalle, anch'essi di forme e dimensioni prestabilite.

Oggi è spesso possibile trovare sul mercato poderi ex Ente Maremma a prezzi molto competitivi. Tuttavia, devi sapere che la legge prevede per questi immobili una particolare tutela in quanto testimonianza del passato. Per tale ragione, qualora decideste di acquistare un podere Ente Maremma (anche in pessime condizioni!) gli interventi edilizi non potranno alterare le caratteristiche architettoniche originarie.
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